TERAMO – Per almeno sei anni nessun attuale socio della Banca di Teramo potrà far parte degli organi sociali, e tantomeno del consiglio di amministrazione, della Banca di credito cooperativo di Castiglione Messer Raimondo e Pianella che domenica ufficialmente e dal prossimo 4 luglio operativamente, incorporerà quello che fu l’istituto di credito fondato da Antonio Tancredi. E’ una delle condizioni per le quali la banca presieduta dall’imprenditore Alfredo Savini ‘ingoia’ la Banca presieduta da Cristiano Artoni. Un’altra è quella che permette ai soci teramani, e ai tanti marchigiani ascolani, della Bcc di Teramo, di uscire di scena con una contropartita di piccolo valore, pagata con i soldi di un tesoretto di 2 milioni di euro depositati su un conto vincolato. Questo perchè gli oltre 4mila soci di Teramo sono troppi rispetto all’inferiore numero di 3.356 della Banca di Castiglione. Insomma, un vero e proprio “de profundis" quello che verrà celebrato domenica mattina nell’assemblea di Teramo e nel pomeriggio a Castiglione, una morte clinica della Banca di viale Crucioli accompagnata dall’emorragia dei numeri: 9,8 milioni di perdita di esercizio, dopo rettifiche per quasi 14, quasi 60 milioni di crediti incagliati o in sofferenza. Al salvataggio sono intervenuti il Fondo di garanzia del credito cooperativo e la Federazione delle Bcc di Abruzzo e Molise, quest’ultima con un versamento di 3 milioni di euro. A sorridere, da lunedì, saranno solo i vertici della Banca di Castiglione, che toccherà 22 sportelli su un territorio di quasi 700mila abitanti, che avrà comprato una seconda banca con quattro soldi.
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